Come sapete la mia testa non è mai "tranquilla". Finito un progetto, me ne salta in mente un altro. Come ho scritto ultimamente in un capitolo del mio nuovo romanzo, «I suoi progetti avevano la caratteristica che ‘montavano’ proprio come la panna: si affacciavano nel suo cervello come piccole palline e poi crescevano e crescevano fino a diventare dei palloni che premevano fino a che non uscivano prorompenti in un sordo boato creativo».
Una Ghirlanda di Libri, Fiera dell'Editoria Indipendente dei Cinisello Balsamo e del Nord MIlano ha il medesimo andamento. È nata, è stata accudita come un bimbo in fasce e ora si pone nella fase adolescenziale. Cioè: sta crescendo, sta maturando e ha però ancora in se ampi margini di crescita e vuole diventare adulta.
E il mio contributo è lì, alla luce del sole, ma soprattutto nelle sue fondamenta e nelle sue cantine più buie, lì dove nascono tutti i sogni.
Quindi cos'è oggi Una Ghirlanda di Libri? Una fiera del Libri a Cinisello Balsamo, certo, ma di fondo è anche un grande cantiere a cielo aperto, un laboratorio permanente, una scuola dove si cresce tutti assieme, un'enorme bacino di pensieri. Un movimento sul territorio.
Quindi, visto che questo spazio è dedicato alle mie case histories, che lavoro svolgo per questa fiera?
E se vi dicessi che non esiste un lavoro, rimarreste scioccati? Il mio apporto è di tipo fisico (il sito è una mia creazione, la grafica è mia – a parte il logo –), gestionale (mi occupo dell'amministrazione) e creativo (sono dietro a molti progetti che animano la kermesse). Ma questi sono lavori, direte voi! E io vi risponderei così: no, non li considero lavori, ma un'emanazione fisica della mia persona e del mio modo di pensare.
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